Berlino è sicuramente una delle città europee più moderne e all’avanguardia, non solo perché investe nell’Architettura contemporanea, nell’arte, nella cultura, nei giovani, ma anche perché è tra le prime capitali europee ad aver riconosciuto i diritti civili degli omosessuali, perché a Berlino una casa si può affittare con poco, perché a Berlino si può progettare il proprio futuro senza preoccuparsi troppo di come affrontare il presente.
Essere all’avanguardia non vuol dire vivere costantemente in uno stato di competizione. I Berlinesi, infatti, non si affannano alla ricerca del benessere materiale e degli avanzamenti di carriera ma antepongono a tutto questo la qualità della vita: divertirsi con gli amici, bere e mangiare con gusto e passare il tempo libero nel verde che Berlino offre generosa ai suoi cittadini. Non fatevi trarre in inganno a Berlino si lavora eccome: senza perdere di vista ciò che conta veramente, però.
La prima volta che sono stato a Berlino (era il 1986) avevo quattordici anni e c’era ancora il Muro. Berlino Ovest era un’isola di benessere, lusso e consumismo, circondata dalla Germania dell’Est. Il Muro le conferiva un’aria sgomenta e infondeva tristezza, una tristezza di cui tutta Berlino era pervasa. Ricordo che non mi piacque e che la trovai squallida e decadente. Poi ci sono tornato nel 2005, per insistenza del mio amico Marco, ed ho trovato una città nuova, piena di vita e disposta a tutto pur di rinascere, non solo esteticamente, in profondità. Sono tornato a Berlino anche a maggio di quest’anno (2011) ed ho trovato nuovi spunti per esserne affascinato. Berlino non merita di essere visitata, deve essere vissuta alla scoperta dei suoi cortili, dei suoi parchi, dei suoi musei, della sua architettura, della sua prorompente vivacità, dei suoi abitanti: sempre pronti a tendere la mano agli stranieri e ad aiutarli; il consiglio che mi sento di dare è che “C’è sempre un buon motivo per tornare a Berlino”, per questo lasciatevi sempre qualcosa alle spalle.
Essere all’avanguardia non vuol dire vivere costantemente in uno stato di competizione. I Berlinesi, infatti, non si affannano alla ricerca del benessere materiale e degli avanzamenti di carriera ma antepongono a tutto questo la qualità della vita: divertirsi con gli amici, bere e mangiare con gusto e passare il tempo libero nel verde che Berlino offre generosa ai suoi cittadini. Non fatevi trarre in inganno a Berlino si lavora eccome: senza perdere di vista ciò che conta veramente, però.
La prima volta che sono stato a Berlino (era il 1986) avevo quattordici anni e c’era ancora il Muro. Berlino Ovest era un’isola di benessere, lusso e consumismo, circondata dalla Germania dell’Est. Il Muro le conferiva un’aria sgomenta e infondeva tristezza, una tristezza di cui tutta Berlino era pervasa. Ricordo che non mi piacque e che la trovai squallida e decadente. Poi ci sono tornato nel 2005, per insistenza del mio amico Marco, ed ho trovato una città nuova, piena di vita e disposta a tutto pur di rinascere, non solo esteticamente, in profondità. Sono tornato a Berlino anche a maggio di quest’anno (2011) ed ho trovato nuovi spunti per esserne affascinato. Berlino non merita di essere visitata, deve essere vissuta alla scoperta dei suoi cortili, dei suoi parchi, dei suoi musei, della sua architettura, della sua prorompente vivacità, dei suoi abitanti: sempre pronti a tendere la mano agli stranieri e ad aiutarli; il consiglio che mi sento di dare è che “C’è sempre un buon motivo per tornare a Berlino”, per questo lasciatevi sempre qualcosa alle spalle.
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